La Giuria ha reso pubblici i nomi e i riconoscimenti della XL edizione del Premio Sele d’Oro Mezzogiorno. I premi (a eccezione dei premi speciali della giuria al giornalista Giovanni Minoli e all’imprenditore Vito Grassi, consegnati giovedì 5 settembre) saranno consegnati a Oliveto Citra, sabato 7 settembre, nel corso di Mediterranei, la cerimonia di consegna dei riconoscimentiin programma alle 21.00 in Piazza Europa.
Di seguito, l’elenco dei premiati sezione per sezione.
Premi speciali della Giuria:
MASSIMO BRAY, Direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani
La Giuria del Premio Sele d’Oro ha assegnato il Premio 2024 a Massimo Bray, Direttore Generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, per avere saputo potenziare il valore e la centralità di una Istituzione chiave della Nazione, affermandone il legame con la cultura europea e con le tradizioni confluite nella realtà variegata ma organica dell’Italia post-unitaria. La formazione storica, compiuta nell’Università di Firenze e attraverso esperienze di studio internazionali, ne ha segnato l’itinerario intellettuale all’interno dell’universo Treccani, nell’arco di un trentennio (1994-2024) fruttuoso e gratificante, tra innovative imprese editoriali dall’alto profilo scientifico e sagace approccio manageriale. La cultura e la politica culturale costituiscono per Bray l’idea integrale che, come egli stesso ha scritto, connette memoria e senso del futuro, identità profonda e visione dell’Altro (Alla voce cultura. Diario sospeso della mia esperienza di ministro, Manni 2019). Lo testimonia l’impegno di Ministro dei beni e delle attività culturali (2013-2014) e poi di assessore alla cultura e alla tutela e sviluppo delle imprese culturali della regione Puglia (2020-2021). Anche nelle stagioni della diretta prassi politica Bray ha continuato a tenersi in ascolto delle grandi domande che problematizzano il nostro tempo: la democrazia, l’avanzata tecnologica, l’ambiente come questione totale e scommessa di un nuovo umanesimo e, infine, la forza resistente della parola e del libro, che prefigura forme possibili di comunità.
VITO GRASSI, Amministratore Delegato Graded Spa
Il premio all’imprenditore napoletano Vito Grassi viene assegnato per il suo impegno ai vertici del Gruppo Graded, specializzato nel campo della progettazione, costruzione e gestione di soluzioni energetiche integrate ad altissima efficienza, applicando le più moderne tecnologie ai processi di riconversione delle fonti fossili e rinnovabili. L’ingegner Grassi ha ricoperto altresì numerosi incarichi associativi, prima a Napoli e in Campania, successivamente a livello nazionale. È stato Presidente del Consiglio delle Rappresentanze regionali di Confindustria e vicepresidente di Confindustria nazionale con delega alla Politica di Coesione Territoriale, dopo aver guidato come Presidente per tre anni prima l’Unione Industriali di Napoli e poi Confindustria Campania. Imprenditore di seconda generazione, con la Graded, una Energy Service Company fondata a Napoli nel ‘58 e attiva sia sul mercato nazionale che internazionale – Usa, Gran Bretagna, Emirati Arabi, Germania, Portogallo, Spagna, Romania – ha partecipato a importanti progetti di ricerca sul doppio binario della sostenibilità e della digitalizzazione, anche grazie a fruttuose collaborazioni con centri universitari della Campania, tra cui l’Università federiciana. Il complesso della sua attività ne fa un pioniere della bioeconomia circolare in Italia e nel Mezzogiorno.
Premio speciale alla memoria: ELENA CROCE
Il Premio Speciale della Giuria viene assegnato alla memoria di Elena Croce, tra le figure più rappresentative della cultura del ‘900: scrittrice, memorialista, autrice di biografie esemplari dell’Italia unita (De Sanctis, Silvio Spaventa), pioniera appassionata della battaglia per la difesa dell’ambiente, in un periodo tra il 1950 e il 1980 che registrò un vero «processo di distruzione, sempre più grave e più intenso, del patrimonio nazionale». Fu una «Lunga guerra per l’ambiente», una storia di resistenza, di cui solo oggi si intende il significato sociale e il carattere rivoluzionario. A trent’anni dalla prima legge di tutela del paesaggio firmata da Benedetto Croce, Elena Croce si fece promotrice nel 1955 di «Italia Nostra», la più antica associazione italiana di tutela dei beni culturali, artistici e naturali, che ridisegnò un’idea ampia di ambiente, sia agrario che urbano, comprensivo di territori, monumenti e palazzi da salvare, ma anche di costruzioni da abbattere. Opera duratura e ispiratrice, nei suoi termini militanti, quasi epici, nell’imporre il nesso fra coscienza ambientale e coscienza civile. La definizione di «ambientalismo umanistico», proposta dalla critica recente, dà conto della duplice tensione intellettuale di Elena Croce, espressa nell’azione pugnace per i Beni culturali materiali e immateriali e nella testimonianza incisiva della parola scritta. Questo premio alla memoria è dunque un premio al futuro di un lungimirante passato, da non dimenticare. Lo attesta la nascita e lo sviluppo della Fondazione Giambattista Vico, qui rappresentata dal Direttore scientifico Prof. Vincenzo Pepe e dal consigliere Dott. Salvo Iavarone, che ha sede nel Palazzo De Vargas a Vatolla, da Elena Croce salvato dalla rovina, sottratto a una destinazione condominiale e invece restituito alla vita istituzionale della Cultura come servizio alla comunità e come energia etico-politica, promotrice di identità. La Fondazione, nel ricordo del soggiorno del giovane Vico nel castello di Vatolla, ha saputo realizzare la profetica sollecitazione di Elena Croce e Gerardo Marotta e, attraverso il recupero degli antichi spazi, ha creato nella sede del Palazzo de Vargas un centro operoso di iniziative culturali, di formazione e di identità del luogo, proseguendo una linea di pedagogia politica e di affermazione valoriale.
Premio speciale giornalismo: GIOVANNI MINOLI, giornalista televisivo
A Giovanni Minoli va il premio speciale per il giornalismo per la completezza del suo percorso professionale, compiuto ai massimi livelli come giornalista, conduttore televisivo e radiofonico, autore e manager televisivo. Modello e punto di riferimento per diverse generazioni di professionisti, ha inventato un modello di intervista veloce e incisivo che, nonostante le numerose imitazioni, nessuno ancora è riuscito a eguagliare. Le sue ricostruzioni storiche sono piccoli capolavori d’informazione e approfondimento che nascono dalla fortunata sintesi di creatività e rigore. Le sue trasmissioni resteranno nella storia del mezzo radiotelevisivo. Per aver contribuito con passione a creare generazioni di cittadini e cittadine consapevoli attraverso prodotti culturali innovativi e di approfondimento del servizio pubblico. Per essersi battuto per ripartire dal Sud, scegliendo di investire sulla cultura come motore di sviluppo di un territorio, con l’ideazione di “Un posto al sole”, oggi la serie italiana più vista al mondo, ambientata a Napoli di cui da quest’anno è cittadino onorario.
Premi degli EE.LL.:
ANTONIO URICCHIO – PIERPAOLO MANNO, Le emergenze energetiche tra crisi geopolitica e questione ambientale
Antonio Uricchio e Pierpaolo Manno hanno scritto il loro volume su una materia di importanza strategica per il futuro, fornendo un insieme di approfondimenti e riflessioni originali sulle politiche per la sicurezza energetica e ambientale. Questa tematica innovativa si inserisce in un contesto complesso, in cui a crisi economica e instabilità si affiancano processi di riassetto geopolitico e “transizioni gemelle”, determinando una combinazione di elementi di diverso significato, che vanno dipanati per rendere possibile una trasformazione positiva e sostenibile dell’economia. Il ruolo della cybersecurity è di importanza fondamentale, specie quando deve affrontare i rischi insiti in una prospettiva inedita di cambiamento, connettendosi alle infrastrutture energetiche e alle questioni ecologiche. La sicurezza energetica, infatti, è diventata un fattore di preminente interesse nazionale, come la prima parte del libro indica. La seconda parte, a sua volta, tratta l’argomento delle politiche fiscali per l’energia, esaminando il quadro normativo attuale e guardando alle scelte a venire, da inserire in una prospettiva sistemica, fortemente sostenuta dalle istituzioni europee e richiamata dall’affermazione del diritto all’ambiente contenuta nel nuovo enunciato dell’art. 9 della Costituzione. Il volume di Antonio Uricchio e Pierpaolo Manno, per queste ragioni, di grande valore per il nuovo modello di sviluppo che può concretamente caratterizzare l’evoluzione dell’Italia e del Mezzogiorno, riceve il Premio speciale Sele d’Oro 2024 degli Enti Locali.
GEPPINO D’ALÒ, La trappola dei confini
Il Premio speciale Sele d’Oro Mezzogiorno 2024 conferito dagli Enti Locali va al volume di Geppino D’Alò, pubblicato dalla casa editrice “Ad est dell’equatore”, per aver raccontato uno spaccato di storia italiana originale e poco conosciuto, che merita un’attenta rivalutazione. Il romanzo è ambientato nella Carnia del 1945, quando i tedeschi in ritirata affidarono a un corpo di cosacchi in fuga dall’Unione Sovietica il controllo di quella zona di confine. Questa vicenda generale si intreccia con quella della famiglia dell’ammiraglio Burgos, schieratasi in parte significativa con la lotta di resistenza, mentre un’altra parte restò legata al fascismo. Il racconto di questo contrasto familiare e dei duri conflitti di un’area complessa è reso con rara capacità narrativa e partecipazione, rivelando uno scrittore (e poeta) di notevole sensibilità. La linea di confine e la sua “paura del diverso”, che spesso “genera la violenza”, è un tema di estrema attualità, oltre che destinato a una specifica ricostruzione storica, e può essere applicato a tutte le realtà di frontiera, a cominciare dal Mezzogiorno.
MARILISA D’AMICO, Parole che separano
Il saggio Parole che separano. Linguaggio Costituzione Diritti di Marilisa D’Amico affronta in maniera organica e profonda il rapporto tra lingua e diritto nelle società democratiche contemporanee, che paiono talvolta indifese contro le minacce dell’intolleranza, alimentate dalle varie forme di linguaggi d’odio. Tutto questo, attraverso un’analisi rigorosa che concilia prospettiva storica e capacità di spiegare il presente, spingendosi a indagare i possibili sviluppi di un futuro ormai prossimo. Per queste ragioni, al saggio di Marilisa D’Amico, pubblicato da Raffaello Cortina Editore, va il Premio degli Enti Locali.
Premi “a bando”:
BONA PRAXIS (dedicato ai progetti che accrescono le buone pratiche):
Famiglia FEDERICO, acqua Mangiatorella
La famiglia Federico, esempio di imprenditorialità lungimirante, che da 120 anni opera su un territorio di straordinaria bellezza, porta avanti una storia di lavoro, impegno, sacrificio e innovazione. Il Premio Sele d’Oro 2024 per la sezione Bona Praxis va a “Mangiatorella”, il grande gruppo industriale delle acque minerali del Mezzogiorno, che fonda la sua visione sui valori della produzione, della sostenibilità, dell’inclusione e sulla lotta alla criminalità organizzata. L’impegno per un’innovazione tecnologica realizzata nel pieno di un’area boschiva mostra le possibilità concrete di un nuovo modello di sviluppo basato sulla bioeconomia. E svela la fisionomia di un Sud avanzato, in grado di competere e creare occupazione, facendo della valorizzazione del lavoro una leva per lo sviluppo aziendale.
FRANCESCA SOFIA, Direttrice Generale Fondazione CDP
A Francesca Sofia va il Premio Sele d’Oro 2024 per la sezione Bona Praxis per l’approccio innovativo nella gestione della Fondazione Cassa depositi e prestiti come catalizzatore e promotore di finanziamenti, anche privati, in grado di generare un impatto positivo e duraturo nelle scelte d’investimento. Particolarmente impegnata nell’affermazione delle politiche di genere e dell’inclusione sociale, ha sviluppato molti progetti nelle regioni meridionali, sollecitando la partecipazione di attori locali con i quali ha intrapreso percorsi virtuosi di crescita anche culturale.
VOLUMI DI SAGGISTICA:
Premio ex aequo a:
Gerardo Cringoli – Andrea Pomella “San Leucio. Una company town nel Regno di Napoli, Rubbettino Editore.
Il premio assegnato a Gerardo Cringoli e Andrea Pomella per il saggio su San Leucio. Una company town nel Regno di Napoli, edito da Rubbettino, mette in luce che le vicende della Real Fabbrica di San Leucio possono riproporre un tema solitamente confinato agli aspetti più singolari del regno borbonico, ma che in realtà è l’esempio più importante di una concentrazione di investimenti e di attività pubbliche nel Mezzogiorno prima dell’unificazione italiana. San Leucio era una company town in cui la funzione degli operai era fondamentale. Dall’analisi degli autori emerge come l’obiettivo fosse realizzare un tentativo di sviluppo libero dal principio di accumulazione della ricchezza tipico del mercantilismo, con un progetto attuato in ambito economico e sociale. Il lavoro di Cringoli e Pomella apre una nuova fase della storiografia sulla materia e, in generale, sul Mezzogiorno, mettendo in rilievo non un episodio di ritardo economico, ma un paradigma di sviluppo originale e anticipatore di modelli affermatisi solo in epoca più recente.
Nando Morra: “Il messaggio di Levi e il Mezzogiorno. Tra diserzione della sinistra e autonomia differenziata”, Associazione Infiniti Mondi Editore
Il messaggio di Levi e il Mezzogiorno. Tra diserzione della Sinistra e Autonomia differenziata. Nel saggio Nando Morra ricostruisce la figura e il pensiero di Carlo Levi, il suo carattere scomodo, la difficoltà di comprensione del valore della questione meridionale e della questione contadina, anche in un PCI mobilitato sul terreno della modernizzazione del Paese negli anni ’50. Temi che tornano di prepotente attualità oggi rispetto alla crisi climatica e al pericolo di rottura verticale del Paese con il progetto di Autonomia differenziata. Morra, sindacalista, politico, giornalista, uomo di cultura, ha dedicato un’intera vita alle battaglie a favore del Sud.
Menzione speciale della Giuria:
ALESSANDRA CAPUTI, Storie di resistenza ambientale. La tutela di Napoli e della costa campana negli anni Settanta
Il libro di Alessandra Caputi, ricercatrice, membro del consiglio direttivo di Italia Nostra, intitolato Storie di resistenza ambientale (Rubbettino), racconta con grande dovizia di dati sette battaglie tenacemente condotte, tra gli anni Sessanta e Ottanta, in difesa della città di Napoli aggredita dalla cementificazione, della baia di Fuenti e della costa della Masseta. Alda Croce, Elena Croce e Antonio Iannello, portarono avanti insieme, con tutti gli strumenti a disposizione, una nuova forma di resistenza, volta a tutelare l’ambiente nella sua accezione più ampia, comprendente il patrimonio naturale, artistico e culturale. Si trattò di un impegno totale volto ora alla difesa dei centri storici, ora contro l’inquinamento industriale delle coste, sia alla tutela dei parchi nazionali italiani, che contro la vivisezione sugli animali. La ricerca appassionata e appassionante di Alessandra Caputi restituisce il clima fervido di una militanza minoritaria ed eroica, sentita dalle sorelle Croce come una questione di famiglia, testimoniando nel vivo della pagina la forza riattivatrice e quasi religiosa dell’idea ambientalista, pienamente attuale.
GIORNALISMO (intitolato alla memoria di Michele Tito):
NATASCIA FESTA, giornalista del Corriere del Mezzogiorno
Il premio al giornalismo per la carta stampata viene assegnato dalla giuria alla giornalista Natascia Festa, redattrice del “Corriere del Mezzogiorno”/”Corriere della Sera”. Formatasi nell’ambito di studi sul teatro italiano e napoletano nell’Otto e Novecento, Natascia Festa si occupa di cultura e critica teatrale, con articoli centrati su tutti i livelli della rappresentazione e dello spettacolo e puntando sempre al rapporto fra testo e contesto, ai luoghi della teatralità e dei suoi miti operanti. Gli articoli presentati al Sele d’Oro 2024 compongono un piccolo corpus organico di “Storia della cultura napoletana, tra politica ambientale e letteratura”. Infatti, l’impegno meridionalistico si è caratterizzato anche come riflessione e denuncia sulle vicende di beni culturali connessi alla storia del teatro, che una comunicazione effimera ha prima messo in risalto e poi dimenticato. Due “casi aperti” tra i tanti: il Teatro Trianon e il camerino di Eduardo. Giova ricordare che Natascia Festa, quasi in analogia con le consuetudini della tradizione del teatro, è «figlia d’arte», appartenendo ad una grande famiglia del giornalismo campano, lungo la linea riconoscibile dell’impegno e del ruolo sociale che il lavoro diuturno del giornale significa e svolge.
MONICA NAPOLI, giornalista televisiva Sky
A Monica Napoli viene assegnato il premio Sele d’Oro 2024 al giornalismo per l’informazione radiotelevisiva per la sua capacità di raccontare il territorio e le storie che lo caratterizzano con stile e correttezza. Approdata a un’emittente moderna e di primaria importanza come Sky Tg24, ha conservato maniere e valori della sua terra, distinguendosi per l’attenzione costante alle persone e alla realtà dei fatti, pur in un contesto difficile come quello in cui opera. Il suo impegno e la sua dedizione sono di esempio per tanti giovani, uomini e donne, desiderosi di avere successo nella professione e nella vita, senza rinunciare alla cortesia e al rispetto degli altri. Una testimonianza, quindi, di un giornalismo “militante” e pregno di significati di fondo, che possono accompagnare adeguatamente il progresso di un territorio e il cammino di una comunità attiva.
EUROMED (per i saggi inediti):
DAVIDE DI FALCO, ricerca su Antonio Cederna
La complessa ricerca di Davide Di Falco, dottore di ricerca presso l’Università Federico II, borsista nell’Istituto italiano per gli studi storici, 2023-2024, intitolata Antonio Cederna e «Il Mondo» (1949-1966): la lingua e lo stile, i dibattiti e le idee, punta alla ricostruzione sia storico-culturale che letteraria di un momento essenziale della cultura laica, come riconoscibile intonazione etico-politica del dibattito ambientalista nel secondo dopoguerra. Il contesto di riferimento è costituito dall’articolato eppure unitario milieu liberal-radicale della rivista «il Mondo» (1949-1966), che convogliò nella cultura del secondo Novecento le linee portanti del crocianesimo: il senso morale della vita, la cura, spettante al «ceto civile», del paesaggio, del territorio, delle forme varie della Bellezza, come parte integrante del capitale storico della nazione. Dalla ricerca va emergendo la personalità, poco nota, di Antonio Cederna, scrittore e intellettuale di grande rilievo e fascino, anticipatore di un nuovo illuminismo, centrato sulla ragione ambientale.