Scannasurice è il testo che nel 1982 segnò il debutto di Enzo Moscato come autore e interprete. Considerato un testo rivoluzionario nella drammaturgia contemporanea napoletana, Scannasurice avvia il fondamentale discorso sulla lingua che caratterizza il teatro di Enzo Moscato. Una lingua colta ed allusiva, che si rende strumento evidente di una radicale frattura rispetto alla tradizione letteraria, teatrale e scenica. Scannasurice è una misteriosofica discesa agli inferi, nella definizione resa dal suo autore, che attraversa le faglie, le ferite della napoletanità. Racconta un terremoto metaforico, quello legato alla precarietà dettata dalla perdita di futuro in seguito al terremoto del 1980, ma anche quello esistenziale profondo che attraversa il protagonista. Scannasurice è, infatti, un femminiello dei Quartieri Spagnoli che fa la vita, “batte”. Vive in una stamberga, piena di cianfrusaglie e immondizia e parla con i topi, metafora dei napoletani stessi, con cui ha un rapporto di amore-odio. Privo di identità sessuale, metafora universale di incompletezza e inadeguatezza come solo i femminielli di Moscato sanno essere.
Alfonso Maria Tartarone
Giornalista | Insegnante | Ufficio Stampa & PR
Salerno - 29/12/1980
Iscritto all'Albo Nazionale dei Giornalisti dal 2001
Abilitato all'insegnamento per infanzia e primaria dal 2000
You May Also Like
Posted in
Approfondimento
L’associazione Salerno 1943 richiede il riconoscimento del Velella
Posted on
1 giorno ago
Posted by
Alfonso Maria Tartarone