Approda a Salerno il film The Erasmus Generation del giovane regista salernitano Vincent Imperato, che sarà proiettato domani 28 novembre, alle ore 15, al teatro Augusteo di Salerno, nell’ambito del festival del cinema di Salerno.
Il film ha partecipato a numerosi festival internazionali e lo scorso 23 novembre, al The Hague Film Festival, nei Paesi Bassi, ha incassato un premio come miglior film straniero.
“L’Erasmus mi ha cambiato la vita”. È la frase che più di tutte ricorre tra i partecipanti dell’Erasmus quando ricordano quell’esperienza. Ed è questa frase che ha spinto Vincent Imperato e Tímea Bárocz a raccogliere le testimonianze da cui è nato The Erasmus Generation, un docufilm che si propone di raccontare come il programma dell’Unione Europea per la formazione abbia trasformato la vita di milioni di giovani, offrendo un’esperienza trasformativa di crescita e riscoperta di se stessi e capace di abbattere le barriere tra giovani di diverse nazionalità. E che ha avuto anche sulla loro perché è proprio grazie ad un Erasmus in Finlandia che il 25enne regista salernitano e la 27enne production manager di origini ungheresi, sua compagna, si sono conosciuti.
Il film. Secondo l’Unione Europea, l’Erasmus è uno dei più grandi traguardi raggiunti, insieme all’Euro e al Trattato di Schengen, nella costruzione di ciò che oggi chiamiamo Europa. Ha unito persone oltre i confini e promosso la pace tra le nazioni. Chi vi ha partecipato ha spesso affermato che quell’esperienza gli ha cambiato la vita. Il regista Vincent Imperato nel docufilm racconta l’esperienza di Roberto, uno dei 15milioni di persone che hanno partecipato al programma Erasmus nei suoi 35 anni di storia. Lo ha seguito prima, durante e dopo il suo “scambio giovanile” – un Erasmus di breve durata che non richiede l’iscrizione universitaria – per capire cosa succede nella vita di un giovane che partecipa a questo programma dell’Unione europea.
«Il docufilm The Erasmus Generation è stato ispirato dalle storie di trasformazioni personali che io e la mia ragazza Timi (conosciuta durante un’esperienza Erasmus in Finlandia) abbiamo letto e ascoltato da centinaia di persone che hanno partecipato al programma Erasmus – racconta Vincent Imperato – Durante queste storie, una frase spiccava più di tutte: “L’Erasmus mi ha cambiato la vita”. Ci siamo subito resi conto che quest’esperienza, oltre ad aver cambiato la vita a noi, e non solo dal punto di vista sentimentale, ha avuto un impatto significativo su quasi tutte le persone che avevano aderito. Questo ci ha spinto ad avviare un percorso di ricerca su quali erano state le ricadute nella vita di chi aveva partecipato all’Erasmus. Più di tutto ci ha colpito un dato fornito dall’Unione Europea, secondo cui su 15milioni di partecipanti, oltre un milione di bambini sono nati da relazioni avviate durante il programma Erasmus: in pratica un’intera generazione di cittadini europei. E in ultimo è stata la frase del vicepresidente della Commissione Europea, Margaritis Schinas, che ci ha finalmente convinto ad iniziare il progetto: “Se dovessimo semplificare cosa rappresenta l’Europa, la definizione sarebbe tre cose: Euro, Schengen ed Erasmus. Se l’Euro è il portafoglio dell’Europa e Schengen è il suo passaporto, l’Erasmus è l’anima dell’Europa”».
Il giovane filmaker prosegue:«Non esisteva un prodotto audiovisivo che esplorasse le dinamiche che avvengono in un partecipante durante un’esperienza Erasmus e questo ci ha convinto ad iniziare a lavorare a The Erasmus Generation. Non volevamo realizzare un prodotto di propaganda, ma raccontare in maniera autentica l’impatto che l’esperienza Erasmus ha sui giovani».
I due autori sono stati invitati dalla Commissione europea a Bruxelles e hanno intervistato Alan Smith, uno dei padri fondatori del progetto Erasmus. La sua testimonianza sulle origini del programma è stata inclusa nel documentario ed è fondamentale per comprendere appieno l’evoluzione e l’importanza del progetto anche per l’Europa. Sebbene molti conoscano Erasmus come l’esperienza di studio semestrale all’estero per studenti universitari, l’Unione Europea offre anche altre opportunità Erasmus. Tra queste vi sono progetti di breve durata come gli scambi giovanili e i Training Course, che non richiedono l’iscrizione all’università e sono concepiti per essere ancora più inclusivi: chiunque abbia più di 14 anni e due settimane di disponibilità può partecipare gratuitamente.
«Queste esperienze brevi sono capaci di trasmettere gli stessi valori fondamentali del programma Erasmus tradizionale e, pur essendo estremamente accessibili, rimangono ancora molto poco conosciute – continua Vincent Imperato –. Per questo motivo abbiamo deciso di narrarne una nel nostro documentario, seguendo Roberto, un giovane alla sua prima esperienza Erasmus. Siamo stati fortunati perché la storia di Roberto ha saputo raccontare visivamente ciò che gli altri partecipanti hanno espresso a parole: una profonda trasformazione personale che avviene nella vita di un giovane durante l’Erasmus. Tuttavia tengo a sottolineare che The Erasmus Generation non è solo la storia di Roberto, ma quella di tutti coloro che vivono la loro prima esperienza Erasmus. Con il docufilm abbiamo cercato di raccontare i valori comuni che ogni esperienza Erasmus può portare nella vita delle persone: Chi ritorna dall’Erasmus ama il diverso, ama le altre culture ed è pronto ad accoglierle pur nella diversità. E come dice Alan Smith nell’intervista che abbiamo avuto con lui: “È soprattutto in questi tempi duri di guerra che è importante sottolineare l’importanza di promuovere la pace tra le nazioni e tra persone di differenti culture e chi meglio della generazione Erasmus può farlo?”».
La scheda di The Erasmus Generation
Regia: Vincent Imperato
Main cast: Alan Smith, Roberto Capaccioni, Lora Abadjieva, Teodor Vasilev, Dimitar Ivanov Kasabov
Direttore di produzione: Tímea Bárocz
Sceneggiatura: Valeria Natriello
Fotografia: Vincent Imperato
Montaggio: Davide Lupinetti
Produzione: Alive Pictures
Uscita: 2024
Genere: docufilm
Durata: 67’30
Il regista. Vincent Imperato. Classe 1999, inizia nella sua adolescenza a lavorare in campo video pubblicitario e come assistente camera su documentari per la NHK su territorio italiano. Dopo aver frequentato il corso su cinema, fotografia e televisione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, lavora per un anno nel mondo della produzione video VR a Londra e per una breve parentesi a Los Angeles. Decide di ritornare in Italia per concentrarsi sulla sua passione sul cinema del reale, mettendo a frutto la sua sensibilità verso le immagini e le persone e fonda la sua casa di produzione specializzata in documentari narrativi e reportage. The Erasmus Generation è il suo primo lungometraggio documentario.
Production manager. Tímea Bárocz è una event e project manager per una Ong che sostiene l’ecosistema startup ungherese. Da sempre appassionata a progetti legati alle comunità e agli eventi, questo documentario segna il suo primo ruolo come project manager principale nel mondo del documentario. Ha seguito la comunicazione fin dal primo giorno, guidando il progetto per dare vita a una storia che sente profondamente.