
VITO CARNALE [centripeta]-Trascendenza disturbante in atto unico – opera scritta, diretta e interpretata da Egidio Carbone Lucifero – dopo il debutto al Teatro Avanposto Numero Zero di Napoli e al Teatro Il Parioli Costanzo di Roma, va in scena il 15 febbraio (ore 20.30) e 16 febbraio 2025 (ore 18.30) al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno. Lo spettacolo (già al Festival di Avignone 2024) gode della produzione del Parioli, Artisti Riuniti, Teatro Rendano di Cosenza e Teatro Avanposto Numero Zero.
La nuova opera del regista e drammaturgo Egidio Carbone Lucifero (originario di Olevano sul Tusciano in provincia di Salerno), dopo i successi in anteprima a Venezia e al Festival di Avignone, viene presentato in un’inedita messa in scena (un monologo a più voci, con anche quella di Enzo Moscato che recita il testo di Vito Carnale).
VITO CARNALE [centripeta]-Trascendenza disturbante in atto unico. Sette personaggi abitano un insolito mondo sospeso tra realtà e sogno. Sette gargoyle/presenze occupano intricate macchine scenografiche e attraversano gli stati della Nigredo, Albedo, Rubedo – il processo alchemico di lavorazione e trasformazione della materia prima, progettato per dare origine alla pietra filosofale – che rappresentano metaforicamente gli attraversamenti dell’individuo nella propria esistenza. Un cammino spirituale, dove le trasformazioni particellari della materia rispecchiano le alterazioni e le evoluzioni delle infinite voci interiori dell’essere umano, nel proprio percorso di crescita. Ma chi è Vito Carnale? Un uomo insolente, aspro, patetico, l’essenza spietata e sovversiva dei margini della vita. Urla la sua invettiva contro il consumismo dei sentimenti e l’ipocrisia di un tempo che lascia indietro chi non riesce a stare al passo con la società contemporanea. Il suo monologo a più voci, la sua trascendenza disturbante, sfocia nella satira spietata, nel thriller. Chi è Angelina? Esiste? Di chi è quel corpo esanime riverso sul divano?
«Vito Carnale è parte di un processo di studio sulla mia teoria dell’Attore Costitutivo, un’indagine che porto avanti da vent’anni su come la materia nella sua forma più impalpabile si trasformi e si muova nello spazio e nel tempo e quanto l’essere umano venga condizionato da tali dinamiche apparentemente invisibili – spiega il drammaturgo Egidio Carbone Lucifero – Il mio protagonista è una voce contro, inascoltata, un reietto che prova a ricercare la verità delle emozioni, la sua voce si frantuma in tante altre. Una scomposizione di particelle in un corpo unico. Finiscono per diventare la molteplice e intima proiezione di Vito nel mondo. È necessario scoprirsi, osservare il rapporto di forze interne ed esterne di una persona per comprendere la traiettoria della società. Vito ci suggerisce di guardarci dentro e gettare le maschere, prima che la vita diventi un feticcio di plastica».