Nell’ambito delle iniziative sociali del magazine RQ (www.resistenzequotidiane.it), previste dal progetto “Non è mai troppo tardi” promosso con la Fondazione Banco di Napoli, mercoledì 15 gennaio, alle 17, si terrà il primo forum sul tema “Salute mentale: servizi, percorsi, diritti”.
L’iniziativa si svolgerà presso la Casa del Volontariato di Salerno (via Filippo Patella 2, all’altezza del numero 90 del Corso Vittorio Emanuele).
Dopo i saluti di Andrea Manzi e Ciro Castaldo, rispettivamente coordinatore di RQ e direttore generale della Fondazione Banco di Napoli, i lavori saranno aperti da una relazione del professore Gennaro Avallone dell’Università di Salerno, responsabile scientifico del progetto.
Il convegno, che intende fare il punto sui ritardi dell’assistenza psichiatrica in provincia di Salerno e in Campania e sulla proposta di nuove possibili modalità di intervento nel settore, parteciperanno Peppe Dell’Acqua (da remoto), psichiatra del Forum Salute Mentale; la giornalista Luciana Libero e i responsabili di tre cooperative impegnate nel settore (Vito Bardascino del Forno sociale di comunità “Il forno di Vincenzo”, Nicola Merola della Cooperativa sociale Stalker e Francesco Napoli, presidente della Cooperativa sociale Capovolti).
«Nell’attuale momento di disarticolazione dell’assistenza, il rischio per le persone è quello di non trovare risposte e di restare sole. Chi ha soldi, forse, per un periodo può trovare soluzioni attraverso servizi del tutto privati, ma per il resto della popolazione questo significa una possibile deriva, che può giungere anche alla disperazione, nel senso proprio della perdita di speranza, dello sconforto profondo. Aprendo un circolo vizioso dal quale è sempre più difficile uscire. A questi rischi bisogna guardare, però, assumendo questo sguardo d’insieme, evitando di ridurre la sofferenza psichica o la malattia mentali a fenomeni individuali o esclusivamente individuali. Nella radice sociale di questi stati della realtà – spiega il direttore scientifico del progetto, Gennaro Avallone – non ci sono solo possibilità terapeutiche ma anche dimensioni politiche, organizzative e finanziarie da riconoscere. La disarticolazione o la forza di queste dimensioni segnano il contesto in cui le scelte terapeutiche sono possibili e si realizzano: esse sono potenzialmente tanto più ricche quanto più ricco è tale contesto. Al contrario, una psichiatria pubblica povera non può che ridurre il potenziale di benessere delle opzioni di terapia e cura».
Modera l’incontro la giornalista Barbara Ruggiero, coordinatrice del magazine RQ.