Vino, Poesia e Narrativa: ultime settimane per iscriversi al Concorso Letterario Nazionale “SUD, Racconti di Vite”

Letteratura, poesia e vino in un connubio inscindibile per raccontare sogni e speranze di chi va, di chi torna e di chi restaStorie legate alla terra e al vino, nel legame indissolubile e viscerale con chi lo produce. Vite di donne e di uomini, di chi trova il coraggio di osare. Memoria contro l’erosione del tempo.

Con questa finalità nasce la prima edizione del Concorso Letterario “Sud, Racconti di Vite”, promosso da Cantine Barone, azienda vitivinicola con sede a Rutino (SA) nel Parco Nazionale Cilento Vallo di Diano e Alburni, in collaborazione con Tribù ComunicazioneAssociazione Umlaut – La Tua Musa APS e Dum Dum Republic di Paestum.

Il vino è la poesia della terra”, scriveva Mario Soldati. Infatti, il Concorso si propone come invito alla scrittura di esperienze di resilienza di contadini ‘custodi’ di una sapienza antica e rigorosi ricercatori di innovazione. Di agricoltura eroica o ancora storie di chi è emigrato altrove, in cerca di una vita migliore. Di chi ha deciso di ritornare con la speranza di contribuire alla rinascita del proprio territorio. Di chi è rimasto, sognando davanti a un bicchiere di vino mille possibili vite.

Presidente della Giuria Scientifica è il Prof. Paolo Apolito, Antropologo, già docente di Antropologia Culturale presso l’Università Roma 3 e l’Università degli Studi di Salerno.

«Dare valore ai nostri territori attraverso l’arte significa recuperare la memoria che stiamo perdendo – esordisce il Prof. Apolito – Le nuovissime generazioni ignorano del tutto la vita dei loro antenati e la storia per cui sono qui presenti. Questa memoria è importante perché dà una dignità alla vita presente e perché fa sfuggire dal rischio principale che oggi vivono i ragazzi, il senso dello smarrimento che viene dalla solitudine, ovvero dal pensiero di potercela fare da soli senza avere gli strumenti idonei e questo provoca angoscia. Il Concorso è costruito intorno all’emblema del vino, strumento di condivisione antichissimo, su cui è costruita gran parte della cultura del Mediterraneo. Un vino del Cilento aggiunge ulteriore valore perché è il vino che viene da una regione maltrattata dalla storia, ma di grande interesse storico-culturale e antropologico. La sfida di questo Concorso agli aspiranti letterati e poeti è riflettere su questa storia, su questa energia, sulla convivialità, sul piacere, sulla fatica e sulla festa. Questo è il primo passo, è un passo difficile, ma che potrà riservarci delle sorprese».

Il Concorso prevede due sezioni: poesia e narrativa. Si concorre con un elaborato in lingua italiana (racconto, favola, fiaba, diario, lettera, della lunghezza non superiore alle 50.000 battute), o con un componimento poetico. Nessun costo di iscrizione: la partecipazione è libera, inclusiva e aperta a tutti.

Tutti i lavori dei primi 10 finalisti saranno inseriti nel volume pubblicato da Francesco D’Amato Editore. Il concorso nasce da un’idea di Biancaluna Bifulco ed è curato dalla giornalista Barbara Landi.

«Il vino racconta i nostri territori, le aree interne con storie di spopolamento, perché non c’è la possibilità, almeno in apparenza di poter costruire il proprio futuro – spiega Biancaluna Bifulco, imprenditrice del turismo e founder Tribù Comunicazione – É tutto un patrimonio culturale che si perde. Ci sono delle eccezioni, imprenditori che nonostante tutto, portano avanti le loro attività con orgoglio, unendo antiche professionalità all’acquisizione di innovazione. Nella letteratura e nella nostra tradizione il vino è sempre presente. Volevamo poter parlare di vino in maniera diversa per raccontare storie di resistenza, perché oggi chi resta nel Cilento è una persona che resiste all’andamento invece di un’economia rispettosa della storia. Abbiamo deciso di affidare alla letteratura e alla poesia questo compito.

«Il vino fa parte della nostra storia, della nostra cultura – sottolinea Francesco Barone, delle Cantine Barone – Il valore del Concorso nasce dal Cilento, una terra destinata all’abbandono. La nostra è un’agricoltura eroica per la conformità stessa dei nostri terreni, con pendenze; quindi, è veramente difficile lavorare in questi territori.  Quando realizziamo un prodotto che arriva sui mercati, riconosciuto per la qualità, creiamo un circuito economico e formiamo ragazzi che possono pensare di iniziare a lavorare nel loro territorio, di non andare via a cercare fortuna altrove, ma rimanere nel loro paese. Cantine Barone nasce nei locali della vecchia Cantina Sociale degli anni Cinquanta: siamo testimoni delle lavorazioni tradizionali, testimoni di racconti, di storie di vecchi contadini. Oggi c’è innovazione, ma mai dimenticare quello che c’è stato prima».

«Crediamo nella cultura e nel genio creativo del Sud – afferma Barbara Landi, curatrice ed esperta di linguaggi del contemporaneo – Sud, racconti di vite vuole raccontare rinascite e rivoluzioni, sostenibilità, internazionalizzazione e turismo slow, tra vitigni autoctoni recuperati e strappati all’erosione della memoria e del tempo. Il Vino è metafora dell’esistenza, tra identità, cultura e territorio, in una proiezione spinta a Sud. Il tema della prima edizione sarà “Radici e tracce contemporanee”, traendo ispirazione dai versi di Charles Baudelaire: “Il vino e l’uomo mi fanno pensare a due lottatori tra loro amici, che si combattono senza tregua, e continuamente rifanno pace. Il vinto abbraccia sempre il vincitore. Siamo orgogliosi anche della collaborazione con Francesco D’Amato Editore, perché le opere finaliste saranno pubblicate su carta creata dagli scarti delle vinacce, in linea con la nostra visione di sostenibilità».

«Ho accettato con entusiasmo la proposta di realizzare il volume del premio perché incarna anche la nostra la nostra finalità di restare qua, nel nostro territorio – insiste l’editore Francesco D’Amato – Noi siamo veramente provinciali e cerchiamo di fare cose per poi portarle in ambito nazionale con la nostra distribuzione. Incrociamo il concorso sui temi della sostenibilità. Abbiamo pensato all’uso di alcune carte vegetali prodotte dagli scarti vegetali che possano incarnare lo spirito dell’iniziativa, anche dal punto di vista tattile, perché le carte verranno prodotte con i rifiuti dell’uva e quindi insomma e si potranno leggere anche con i polpastrelli, prevedendo anche la possibilità di una versione in braille.  È una sfida, ma soprattutto è una passione. Iscrivetevi».

La scadenza per la presentazione delle opere di narrativa o poesia è fissata per il 30 settembre 2024. Gli elaborati prodotti potranno essere inviati al seguente indirizzo di posta elettronica: HELLO@tribucomunicazione.it.  Nell’oggetto dovrà essere indicata la dicitura: Partecipazione Festival Concorso Letterario “Sud, Racconti di Vite” 2024.

Il Bando sarà pubblicato sui siti internet: www.cantinebarone.itwww.tribumedia.itwww.dumdumrepublic.com.

Alfonso Maria Tartarone

Nato a Salerno il 29/12/1980. Giornalista ed insegnante. Social: Facebook, Instagram, Linkedin e Youtube. Coltivo la passione del giornalismo dalla tenera età grazie a mio padre, Zaccaria Tartarone.

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