Incendi e degrado a Castel San Giorgio

Gli incendi che hanno devastato i boschi di Castel San Giorgio negli ultimi giorni hanno sollevato preoccupazioni gravi per l’ambiente, in particolare per la distruzione degli habitat naturali essenziali per la fauna locale, incluse le api, fondamentali per l’ecosistema.Vincenzo Coppola, apicoltore di Castel San Giorgio, esponente del circolo Pd e attivo nel volontariato locale, ha espresso il suo profondo rammarico per i danni provocati dagli incendi: “Le api sono delle vere e proprie sentinelle della natura, essenziali per la pollinizzazione e l’equilibrio degli ecosistemi. Purtroppo, l’incendio ha distrutto gran parte del pascolo necessario per le nostre api, il che comprometterà la loro attività di bottinatura fino a quando la natura non ripristinerà il suo equilibrio. Questo è un colpo duro per tutti noi che ci impegniamo per la tutela dell’ambiente”, ha detto.Coppola ha anche ricordato l’impegno condiviso con il Circolo Amici per l’Ambiente e altre associazioni nella piantumazione di 500 alberi lo scorso anno, un progetto volto a valorizzare il verde del territorio. “Dobbiamo continuare a tutelare il nostro patrimonio naturale attraverso politiche di prevenzione efficaci. È necessario prendersi cura dei boschi, creare percorsi ben gestiti e incentivare l’utilizzo sostenibile degli spazi verdi, per preservare la bellezza dei nostri territori per le generazioni future”.Anche Anna Longanella, componente della segreteria del Pd sangiorgese biologa, volontaria e attivista di Legambiente e Pro Loco, interviene condividendo le preoccupazioni di Coppola, ma evidenziando ulteriori problematiche. “Il degrado ambientale è amplificato da un abbandono e una mancanza di manutenzione sconcertanti. Gli incendi non sono solo il frutto di condizioni climatiche estreme, ma anche dell’incuria delle istituzioni”, ha affermato.La Longanella non ha risparmiato critiche all’amministrazione comunale per la gestione del territorio. “A Castel San Giorgio l’incuria del verde è ormai allarmante. Le piogge violente hanno trasformato strade in fiumi di fango, e le abitazioni, soprattutto nella frazione Cortedomini, sono state colpite da frane e detriti provenienti dalle colline circostanti. Questo disastro è il risultato della mancanza di prevenzione e della scarsa manutenzione delle caditoie, fognature e dei ruscelli collinari”, ha puntualizzato.La biologa ha anche puntato il dito contro il degrado di Villa Calvanese, importante struttura storica, oggetto di denuncia da parte di Legambiente. “È scandaloso vedere una struttura vanvitelliana di tale rilevanza lasciata nel degrado: umidità nelle mura, aiuole secche e un sistema idrico inefficiente, nonostante la costruzioni di due pozzi artesiani con autoclavi. Quanto sono costati questi lavori? E chi ha effettuato i controlli?”. La Longanella ha infine chiesto all’amministrazione comunale di dare spiegazioni: “È ora che si faccia chiarezza in modo trasparente. Chiediamo un dibattito pubblico nella stessa Villa Calvanese, perché i cittadini e i contribuenti hanno il diritto di sapere come vengono gestiti i beni della collettività sangiorgese”.

Alfonso Maria Tartarone

Nato a Salerno il 29/12/1980. Giornalista ed insegnante. Social: Facebook, Instagram, Linkedin e Youtube. Coltivo la passione del giornalismo dalla tenera età grazie a mio padre, Zaccaria Tartarone.

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